Nella storia del flautismo italiano dell’ottocento Emanuele Krakamp (Palermo 1813 – Napoli 1883) rappresenta il vertice per quel che riguarda la letteratura tecnica e virtuosistica.
Con le sue oltre trecento composizioni dedicate al Flauto fu uno dei virtuosi compositori più prolifici di tutta Europa.
Carriera concertistica e patriottica
Concertista di fama internazionale già a 22 anni fece una fortunata stagione di concerti a Filadelfia negli USA e proseguì con grande intensità il concertismo intensificandolo fra il 1848 ed il 1860 (anni in cui dovette allontanarsi da Napoli vista la sua partecipazione attiva ai moti patriottici e rivoluzionari risorgimentali).
In quella delicata e pericolosa fase della sua esistenza il suo concertismo assunse la fisionomia di un nomadismo inquieto e si trovò a suonare in tutta Europa, in Egitto, a Tunisi e Costantinopoli.
Per esibirsi da concertista (visto che era inseguito costantemente dalla Polizia Borbonica ) dovette stringere amicizie, ed esibire protezioni altolocate.
Si affiliò alla Massoneria .
Il Corso di Perfezionamento op. 43
Fra gli aristocratici che lo sostennero vi furono il Barone Kraus a Firenze, ed il Principe Lorenzo Colonna di Stigliano che fu anche il committente del poderoso Corso di Perfezionamento op. 43 , un’opera ardua di oltre trecento pagine contenente Preludi, Scale, Esercizi in tutte le tonalità maggiori e minori (anche e soprattutto le più scomode ovvero quelle con sei, sette bemolli o diesis in chiave).
La stesura del Corso di Perfezionamento iniziò nel 1835 e tutto il lavoro fu modellato per un flauto sistema Ziegler a 14 chiavi discendente al si bemolle grave sotto il pentagramma (lo stesso strumento in cui fu fotografato Cesare Ciardi a Firenze dal celebre Alinari nel 1867 circa).
Il Corso era rivolto ovviamente a flautisti molto esperti in grado di esecuzioni brillanti e di agilità (questo ne sacrificò sin da subito le vendite con Ricordi).
Il flautismo napoletano negli anni ’30–’40
Il flautismo a Napoli in quegli anni era dominato dalle figure di Teofilo Bucher (Alsazia 1802- Edimburgo 1871) concertista che si fece notare a Napoli nel 1827 , e che con piccoli set di variazioni per flauto solo con gli editori partenopei (Settembre § Negli, Girard) andava a soddisfare i dilettanti napoletani; Giosuè Fiore (Primo Flauto al Teatro San Carlo) anche lui autore di capricci per flauto solo , ed il suo allievo pugliese Sergio Nigri (Bisceglie 1804-1839) dal 1820 Primo Flauto al San Carlo .
A fianco di questa letteratura per dilettanti dobbiamo aggiungere i Capricci e le Arie Variate per flauto solo di Francesco Saverio Marcadante .
In effetti tutta questa letteratura domestica napoletana (cui possiamo aggiungere anche le variazioni per flauto solo dell’operista Pasquale Sogner) si snodava attraverso le tonalità comode del traversiere modello Devienne e del flauto a 5 chiavi di Hugot e quindi sol maggiore, re maggiore e le relative minori , con qualche piccola escursione alla tonalità di la maggiore , in una scrittura mai troppo difficile ma semmai di grande eleganza apollinea. Semplicità ma non banalità (ovviamente).
Innovazioni tecniche e competizione
Krakamp sin da giovane possedeva un virtuosismo acceso e già nel 1832 aveva sperimentato il primo modello di flauto Bohm costruito a Napoli in quegli anni da Gennaro Bosa (segnalazione di Francesco Carreras di Pisa).
Il passaggio al Flauto sistema Ziegler conico vecchio sistema con 14 chiavi e discendente al Si bemolle grave sotto il pentagramma amplificò il suo desiderio di affermazione e di distinzione rispetto al flautismo napoletano (assai conservatore ma tecnicamente soporifero ).
Nella prefazione al Corso di Perfezionamento Krakamp afferma che Teofilo Bucher (cui sottopose il lavoro) gli scrisse da Edimburgo una lettera datata 20 luglio 1835 esortandolo a completare il Corso di Perfezionamento ed estenderlo a tutte le tonalità fino a sette diesis e sette bemolli. E’ molto improbabile che Bucher abbia scritto una lettera simile, anche perché il flautismo di Bucher era proprio seguace della eleganza apollinea di Tulou , e quel flautismo non aveva nessuna necessità di inoltrarsi in tonalità ardue o spinose (con modulazioni cromatiche, salti bruschi , tessiture sovracute o ardua decifrazione con doppi bemolli e doppi diesis continui ed estenuanti).
Anche Giuseppe Rabboni (stuzzicato da Krakamp tramite Ricordi) ricevette a Milano le bozze del Corso di Perfezionamento ed elogiò il “ libretto che non mi stanco di ripassare che denota una conoscenza approfondita del nostro difficile strumento” ma ai complimenti non seguì nessuna adozione presso il Conservatorio.
Idem al Conservatorio di Palermo .
Krakamp nel 1835 si trovava in USA a Filadelfia e vi rimase fino a dicembre 1836 , quindi questa famosa lettera scritta da Teofilo Bucher da Edimburgo a Napoli rimase caso mai in giacenza alle Poste ….
La verità era un’altra : Krakamp era entrato in competizione con il flautismo della sua generazione e prova ne sia il Tema variato n. 19 op. 33 per flauto solo (sopra un tema ideale) pubblicato da Girard a Napoli nel 1839 , in cui dopo la presentazione del Tema Krakamp simula un confronto fra flautismi nelle variazioni : la prima alla Tulou “con molta grazia “ , la seconda alla Nigri “Veloce” e la terza alla Krakamp “ con rabbia” , fortissimo e con rapide quartine di biscrome.
Ma non finisce qui : sempre nel 1839 Krakamp pubblicò con Girard a Napoli Le Cinque Fantasie Variate su motivi d’opera, soli di durata variabile fra i 12 ed i 18 minuti con un virtuosismo spettacolare , artificioso e fuori dal comune, con una estensione dal si sotto il pentagramma al Re sovra tessitura in un carosello vulcanico ed acrobatico , uno stile scioccante ed energico mai udito né in Italia né in Europa (nonostante il virtuosismo del flautismo Sistema Ziegler discendente al La o Si bemolle grave avesse già espresso forti connotati di bravura con Giuseppe Rabboni (1800-1856), Cesare Ciardi (1818- 1877) , Giulio Briccialdi (1818- 1881) e il Conte Luigi Marini di Gubbio ).
Il manifesto tecnico del flautismo di Krakamp era tutto condensato nel Corso di Perfezionamento che venne pubblicato da Ricordi in 12 fascicoli nel 1847.
Studi, Metodo e passaggio al flauto Böhm
E difatti furono proprio Briccialdi, il Conte Luigi Marini di Gubbio e Camillo Romanino (tutti flautisti Sistema Ziegler conico vecchio sistema discendente al La o si bemolle grave) , i dedicatari dei 12 Studi per flauto con accompagnamento di pianoforte di Krakamp ( pubblicati da Ricordi 1854 ).
Briccialdi e Romanino avevano anche loro (casi unici in Italia ) , ma consimili a Furstenau e Bohm in Germania , composto studi difficili per Flauto con l’accompagnamento di un Basso continuo o di Pianoforte.
Il 1847 poi fu l’anno fatidico del secondo brevetto del Flauto Sistema Bohm di cui Krakamp divenne immediatamente il paladino pubblicando il Metodo per Flauto Cilindrico alla Bohm op. 103 (anche questo di oltre 300 pagine , Ricordi 1854), ed avvertendo comunque (vista la diatriba scatenatasi) che il Metodo potesse essere studiato anche con le posizioni del Flauto sistema Ziegler che persisteva nella pratica di grandissima parte dei flautisti taliani (Il Flauto Sistema Ziegler fu anche il più venduto in Italia fino al 1930 e costruito da rinomati costruttori e liutai italiani di strumenti a fiato ).
Insomma era iniziato anche per Krakamp il travaso dal Flauto conico sistema Ziegler al Flauto Bohm.
Con il Corso di Perfezionamento Krakamp prese le giuste distanze dal flautismo di Mercadante, di Giosuè Fiore, di Pasquale Sogner, di Sergio Nigri , presentito come vecchio e conservatore ed alla caduta del Regno delle Due Sicilie Krakamp rientrò a Napoli e divenne il punto di riferimento unico nel Meridione del moderno flautismo .
Divenne operatore musicale (fondò la Società del Quartetto a Napoli) , partecipò al Dibattito sulla Riorganizzazioni delle Musiche Bandistiche Militari ( Gargiulo 1863), fondò una Agenzia di collocamento per artisti lirici , e promosse concorsi di composizioni nuove strumentali.
Declino e trasformazioni del pubblico
Anche Krakamp era cambiato , il vecchio concertista da salotto non esisteva più.
Ma con il Regno d’Italia (Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa ce lo insegna bene) la base sociologica dei dilettanti di musica era mutata: non più aristocratici e possidenti liberi dal bisogno materiale con tantissimo tempo a disposizione per coltivare l’arte musicale , ma una nuova classe di piccoli borghesi dagli interessi intellettuali vari e non sempre nobili , frequentatori di salotti , presero il sopravvento avendo comunque di base una scarsa applicazione, poca fantasia , e pochissimo o nullo studio strumentale.
Il virtuosismo di bravura non serviva più a questi nuovi soggetti arrivisti.
All’accademia strumentale e vocale presso i palazzi patrizi si andavano sostituendo le attività amatoriali delle Filarmoniche Bandistiche e dei cori nelle chiese .
Le scuole di musica popolari sostituivano con corsi gratuiti per tutti gli strumenti l’insegnamento privato ed elitario.
Ricordi , che ebbe ben chiaro il termometro delle oscillazioni del mercato musicale , operò una drastica selezione all’interno del suo Catalogo privilegiando i Testi più al passo con le trasformazioni strutturali intervenute dopo l’Unità.
Fu la decadenza assoluta per le opere come il Corso Completo di Perfezionamento che venne pubblicizzato ancora una volta nel 1878 e presentato all’Esposizione Universale di Parigi.
Ma l’opera non era ormai più attraente per nessun flautista in Europa : il virtuosismo di Krakamp era ormai fuori moda , decaduto , e non attirava più nessuno. Ricordi gli preferì ben presto il Metodo L’indispensabile op. 100 di Raffaele Galli e la Scuola del Flauto op. 51 divisa in quattro gradi e sotto forma di Duetti di Luigi Hugues, Docente di Storia della Geografia all’Università di Torino , amatore e dilettante intellettuale di flauto.
Con questi nuovi Testi Didattici più sereni e morbidi , facili ed accattivanti , Ricordi inaugurò la “Biblioteca del Flautista” di Davide Rossignoli ed il nuovo corso del flautismo salottiero ed amatoriale.
Eredità e parabola discendente
La parabola discendente del flautismo di Krakamp era iniziata.
Insieme al flautismo di bravura e burrascoso di Krakamp decaddero anche tutti i flautismi ed i Flautisti “ Sistema Ziegler” che da allora entrarono definitivamente nel reparto “Flautisti Dimenticati”.
Maurizio Bignardelli
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Diplomato presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma nel 1980 sotto la guida di Giancarlo Graverini, si è perfezionato con Aurele Nicolet, Maxence Larrieu, Severino Gazzelloni.
Laureato presso l’Università degli Studi di Bologna (1985) con una tesi di laurea su “Emanuele Krakamp (1813-1883), ha prodotto saggi, articoli, pubblicazioni musicologiche per riviste internazionali e revisioni musicali di opere flautistiche italiane dell’ottocento per numerosi case editrici (Ut Orpheus , Zimmermann, Bèrben, Da Vinci).
Ha partecipato a convegni internazionali e, come professore d’orchestra, ha lavorato nelle Orchestre Sinfoniche della RAI, del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Ente Lirico di Cagliari, dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ha inciso 45 CD solistici e cameristici per note case discografiche,ottenendo premi dalla critica internazionale.
E’ docente di Flauto presso il Conservatorio “Respighi” di Latina.

