La connessione tra tecnica flautistica e biomusica è affascinante, poiché entrambe le discipline esplorano l’interazione tra il corpo umano e il suono e come questi influenzano il benessere e la percezione.
La biomusica: Bio intesa come VITA energia in tutte le sue manifestazioni (vibrazione,movimento, creazione, armonia) e Musica come ARTE, ritorno alle nostre radici ancestrali attraverso i suoni, movimenti, emozioni e timbri, armonia , ricerca insomma dell’atto creativo in ogni momento.
La biomusica si basa su principi scientifici e filosofici derivanti da discipline come la psicologia, la neurologia e la fisiologia, è un campo interdisciplinare che studia l’effetto della musica sul corpo umano, sul cervello e sulle emozioni. Si concentra su come la musica possa interagire con i processi biologici e fisiologici, sull’equilibrio psicofisico dell’individuo, e favorisce il suo sviluppo personale e le sue possibilità evolutive, quindi amplia le capacità tecniche ed espressive del flautista ed interprete.
Insomma, è un modo di pensare, uno stile di vita, un fondamento teorico e filosofico che tenta di definire un aspetto della nostra identità culturale, sociale e individuale nella lingua meravigliosa della musica.
Robert Dilts, diceva “Realizzare una performance efficace implica l’uso della propria mente e del proprio corpo. Prepararsi mentalmente ad una buona prestazione costituisce l’essenza del proprio “gioco interiore”. Il “gioco esteriore” ha a che vedere con le abilità fisiche.
Attraverso l’analisi delle interazioni tra suono, corpo e mente, la biomusica offre nuove opportunità e punti di vista inusuali per il miglioramento dell’apprendimento musicale e della performance.
In questo articolo, mi concentrerò sull’applicazione della biomusica allo studio del flauto traverso, uno strumento affascinante e complesso che richiede coordinazione, tecnica estro e sensibilità. È noto che la musica possa avere effetti profondi sul nostro stato d’animo, sulla nostra salute e su come apprendiamo. Gli approcci biomusicali possono facilitare il processo di apprendimento e migliorare la performance di un flautista. Uno dei concetti chiave della biomusica è l’importanza dell’intenzione.
Quando un flautista suona, non sta solo producendo note, sta comunicando emozioni, idee e stati d’animo, questo significa che un musicista deve essere consapevole di ciò che sta mettendo in atto fisicamente, di ciò sta esprimendo e dell’effetto che questo avrà su di sé e sugli ascoltatori.
Un flautista consapevole del proprio corpo sarà in grado di eseguire passaggi complessi senza sforzo e di evitare lesioni e irrigidimento, questa consapevolezza lo aiuterà ad esprimere emozioni e sentimenti in modo più autentico, rendendo la performance più coinvolgente e significativa.
La biomusica esplora come la musica possa influenzare il cervello e il corpo, in questo contesto “suonare con la mente” si estende anche al concetto di utilizzare la musica come strumento per il benessere psicologico e fisico. Quando un musicista si concentra sull’emozione che sta cercando di esprimere, la musica stessa diventa una forma di auto-terapia. Suonare con la mente, in questo caso, è un atto di cura mentale nonché artistica.
È meraviglioso come la musica abbia la possibilità di salvarci dall’irrigidimento, dalle convenzioni a cui tutti andiamo incontro e farci tornare uno stupore incantato nei confronti delle cose.
Giovanni Allevi
Tecnica Flautistica e Biomusica
Respirazione e Biomusica:
· La respirazione è un aspetto fondamentale della tecnica flautistica, il musicista deve padroneggiare la respirazione diaframmatica e bassa per produrre un suono chiaro, costante, nonchè sostenere lunghe frasi. Questo tipo di respirazione profonda, che coinvolge il diaframma, è anche alla base di molte tecniche di rilassamento e meditazione, e ha effetti positivi sul sistema nervoso, sulla riduzione dello stress e sull’equilibrio emozionale.
· La respirazione è un aspetto fondamentale per qualsiasi strumentista a fiato per cui questo approccio può offrire spunti interessanti, anche a chi suona altri strumenti, per questo motivo spingo i miei allievi a concentrarsi sul respiro e a cantare ogni nota dello spartito in testa , per entrare in uno stato di rilassatezza e attenzione in cui ciò che conta è trovare il proprio centro del suono e il proprio equilibrio, per essere alfine un tutt’uno con la musica.
· La biomusica offre diverse tecniche di rilassamento e respirazione che possono essere integrate nello studio quotidiano flautistico. Questi esercizi che si uniscono alla tecnica classica non solo aiutano a produrre un suono migliore, ma contribuiscono anche al benessere generale del musicista. Si tratta in concreto di unire la Biomusica alla tecnica tradizionale flautistica, favorendo così il miglioramento del suono che risulterà più libero ed espressivo.
Questo proprio perché essa mette in comunicazione la percezione corporea alla musica, in sostanza ci permette di concentrarci sulla reazione del nostro corpo al passaggio tecnico e rilassarlo il più possibile in modo naturale.
1. Embouchure e Postura:
· La postura e l’embouchure (la posizione delle labbra e della bocca sul flauto) sono cruciali nella tecnica flautistica. Un corretto allineamento corporeo aiuta a prevenire tensioni muscolari e disturbi posturali. La biomusica sottolinea anche l’importanza di una postura equilibrata per favorire una corretta circolazione sanguigna e ridurre la tensione corporea. Nella biomusica, la consapevolezza corporea è essenziale. Questo concetto implica una comprensione profonda di come ogni parte del corpo contribuisca alla produzione del suono e all’espressione musicale.
Per i flautisti, conoscere la postura corretta, come tenere lo strumento e il collegamento tra la bocca e il corpo è fondamentale. La consapevolezza corporea può essere sviluppata attraverso esercizi specifici, come lo yoga o la danza, che incoraggiano un movimento fluido e armonico. Studiare camminando permette al corpo per esempio di liberarsi da rigidità posturali radicate in vecchie abitudini di studio, ma ci sono altre alternative come studiare adraiati ecc.
· Inoltre, una postura corretta, che sia naturale e rilassata, influisce positivamente sul sistema nervoso, favorendo una maggiore concentrazione e calma durante l’esecuzione musicale.
2. Effetti sul Cervello e sull’Ascolto:
· La musica, in particolare quella prodotta da uno strumento, ha un impatto diretto sul cervello umano. La biomusica studia come il suono attiva diverse aree cerebrali, inclusi quelli legati alla memoria, all’emozione e alla coordinazione motoria.
· Un flautista, mentre suona, stimola diverse aree cerebrali responsabili del movimento fine delle dita, del controllo del respiro, dell’articolazione delle note e dell’interpretazione musicale e non ultima la prevedibilità del movimento amonico musicale. La pratica costante porta a miglioramenti in queste capacità, oltre a stimolare la plasticità cerebrale, che è la capacità del cervello di adattarsi e svilupparsi.
3. Tecniche di Armonizzazione e Vibrazioni:
· Il flauto, come molti altri strumenti musicali, produce vibrazioni che influenzano il corpo del musicista e di chi ascolta. Le vibrazioni generate dalle note del flauto interagiscono con il nostro umano, creando effetti di armonizzazione a livello cellulare.
· In biomusica le frequenze prodotte da un flauto ben suonato interagiscono con il sistema energetico del corpo, contribuendo a migliorare la percezione, ridurre lo stress e aumentare il benessere generale.
Con la consapevolezza di questo il flautista riduce tutte le difficoltà tecniche e artistiche perché riesce a staccarsi da se stesso e a controllare tutto aumentando la concentrazione e il controllo. La vibrazione dello strumento però va accolta e non respinta, specialmente nelle sedute di studio, il flautista deve raggiungere il controllo del proprio strumento, ma nel contempo deve rilassare le parti del corpo che non sono direttamente coinvolte nell’esecuzione.
· La vibrazione creata ,come per il cantante, deve risuonare dentro di noi ed essere libera di espandersi, di vibrare libera dentro e fuori di noi, sensazione meravigliosa a dir poco,per una consapevolezza corporea totale..Si deve studiare per raggiungere tale libertà corporea sempre con una visione interna. A tutto questo si arriva nella maturità dello studio perché spesso la frenesia di far bene un passaggio o una frase, fa concentrare lo studente solo sulle note,oggi tutti fanno le note, ma come però? un esercizio dei tanti è quello di fare una nota lunga e via via rilassare il corpo, metabolizzare la sensazione corporea raggiunta fino a farla propria, fino a permetterci di ritrovarla ed integrarlacon naturalezza nell’esecuzione.
4. Ritmo, Coordinazione e Effetti Psico-fisiologici:
· La tecnica flautistica implica un forte senso del ritmo e della coordinazione tra dita, lingua e respirazione, che migliora le capacità motorie, ma ha anche effetti psicologici positivi. L’ascolto e la produzione di ritmi complessi coinvolgono il sistema nervoso, che può rispondere con una maggiore attivazione delle aree del cervello legate alla gestione dello stress e all’emotività.
Affianco, nel mio processo di insegnamento e di professione, la psicocinestesia flautistica alla pratica della biomusica che fa raggiungere ai miei allievi una consapevolezza meta-cognitiva del momento presente, focalizzando l’attenzione sul respiro e sull’interazione fra mente e corpo, nella messa a punto di strategie per l’abilità motoria, per il comportamento, per l’autoregolazione emotiva, per riuscire a gestire lo stress nei confronti dello strumento musicale.
5. Musica e Equilibrio Emozionale:
· La biomusica esplora come diversi tipi di suono e musica, compresi quelli emessi da uno strumento come il flauto, influenzano le emozioni. , la musica, infatti, ha il potere di modulare l’umore, ridurre l’ansia, favorire il rilassamento e stimolare il pensiero creativo.
· Un flautista che impara a usare la musica per esprimere emozioni attraverso la propria tecnica può sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e una migliore gestione dei propri stati d’animo. La musica, in questo caso, diventa non solo uno strumento di espressione artistica, ma anche un mezzo per lavorare sul proprio benessere psicologico e emotivo.
Mi piace pensare alla musica come a una scienza delle emozioni.
George Gershwin
La biomusica applicata al flauto traverso rappresenta una nuova frontiera nella comprensione del potere della musica. Non solo come forma d’arte, ma come strumento di trasformazione personale e collettiva. Integrare la biomusica nella pratica flautistica non significa semplicemente suonare, ma anche ascoltare, sentire e vivere la musica in un modo nuovo e significativo e soprattutto più profondo.
Palpitante di vita e di emozioni, il flauto traverso diventa un veicolo attraverso il quale esplorare l’armonia tra suono, corpo e mente. Grazie alla biomusica, ogni nota diventa un passo verso il benessere e la consapevolezza, permettendo a chi suona e a chi ascolta di viaggiare insieme in un’esperienza sonora unica e coinvolgente. La connessione tra la tecnica flautistica e la biomusica suggerisce che l’atto di suonare il flauto non sia solo un esercizio tecnico ed espressivo, ma una pratica che ha effetti profondi sul corpo e sulla mente.
Il corpo è parte dello strumento e non una sua appendice; è la parte VIVA della catena di produzione del suono. Spesso pensiamo al nostro strumento come ad un oggetto estraneo a noi che dobbiamo in qualche modo dominare, senza dare la giusta importanza al nostro corpo da cui parte tutto. Il nostro strumento, qualunque esso sia, inizia dal nostro corpo, dalla nostra mente interiore e prosegue poi nello strumento che diventa così la nostra voce.
La tecnica flautistica, se sviluppata con consapevolezza e attenzione al proprio corpo, può contribuire non solo a migliorare le capacità musicali, ma anche a promuovere il benessere fisico e mentale.
Vi invito a leggere i miei articoli su https://thebabelflute.com/tag/mirella-pantano/ vi fornisco un elenco, essi toccano aspetti esclusivi sul flauto e sulla didattica più specifici e se vi può interessare seguite i miei corsi e le mie masterclass inviandomi le vostre richieste alla mail mirellapantano@libero.it.
- E…. se la magia della musica fosse nelle pause?
- Passione… Amore… Odio e nel flauto traverso
- La performance del flautista
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Mirella Pantano
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Flautista e docente, ha collaborato con Mediaset, RAI, RAI International, partecipando a produzioni televisive, fiction e film. Suona flauto in Do, in Sol, ottavino, flauto basso e kaval bulgaro.
Il suo ultimo album, “Sentimental Bass Flute”, è stato presentato in Florida. Si è esibita in Italia e all’estero, tra cui Parigi, Miami, Barcellona, Belgio e Valencia. Si è formata con M.C. Tamponi e A. Pucello, seguendo anche numerosi corsi con flautisti di fama. Svolge attività concertistica come solista, in orchestre sinfoniche, da camera e televisive.
È ideatrice di un metodo didattico che unisce psicocinetica flautistica, mindfulness e fiabe musicali. Ha tenuto masterclass a Parigi su flûte traversière, flûte basse e musica per il cinema.
Ha collaborato con numerosi artisti italiani e internazionali, tra cui:
Dan Moretti, Garrison Fewell (Berklee), Jenny B, Ennio Morricone, Steven Mercurio, Amii Stewart, Michael Bolton, Paola Gassman, Tullio De Piscopo, Albano, Ruta Sciogoliovaite, Pippo Caruso, Dacia Maraini e altri.
Partecipazioni televisive e radiofoniche:
- RAI UNO: Domenica In, La vita in diretta, I Giovani incontrano l’Europa
- CANALE 5: La Corrida (10 edizioni), colonne sonore (I Liceali, Amici e Nemici)
- RAI INTERNATIONAL: Concerto di Natale con Ennio Morricone
- RADIO UNO: Giovani Talenti
- RETE 4: La domenica del villaggio
- RAI DUE: Piazza la domanda
- Attività teatrale e discografica:
Ha partecipato come solista, arrangiatrice e adattatrice a spettacoli teatrali con Paola Gassman, Edoardo Siravo, e altri (La vera storia di Eleonora Duse, Il sogno di Clio, Hermitage Apocalypse).
Ha inciso:
- “Sentimental Bass Flute” (flauto basso)
- “A Little Bit of Luck” (flauto solista e orchestra)
- Musica contemporanea con Edipan e Deneb Records, tra cui Classical Contemporary Emotion, distribuito in Giappone
- Progetto su testi di Papa Francesco e con la Live Aid Symphony Orchestra

