È la musica che cambia chi la suona e studia con amore, oppure sono le persone speciali che sono in grado di fare la musica? Quest’interrogativo mi ha accompagnato per molti anni. Mi capitava di percepire il mondo e le cose in maniera totalmente diversa nei miei periodi intensi di studio del mio strumento, fino a sentirne la sua esigenza assolutistica. Quasi una dipendenza. Lo studio dello strumento vissuto come una dipendenza.
Gli autori studiati riuscivano ad influenzare il mio grado di sensibilità emotiva: come se in quelle note ci fossero le esperienze di vita degli autori stessi che modificavano la mia percezione personale del mondo.
L’insegnamento e la ricerca ha cambiato totalmente il mio modo di essere e di percepire le cose. Se ritorno a studiare per ore il mio strumento, eccomi catapultato di nuovo in altre dimensioni, dove lo spazio ed il tempo sono dettati dalla scrittura degli autori che suono. Ho iniziato anche a pensare che i musicisti potessero essere classificati in due tipologie: quelli costruiti a tavolino e quelli in grado di emozionarsi ed emozionare. Nutro seri dubbi che le persone cattive d’indole possano essere collocati in quelli in grado di emozionare ed emozionarsi, durante un’esecuzione musicale.
Mi fermo e mi soffermo a pensare che davvero ci sta ancora tanto da comprendere sull’influenza della musica sul nostro essere, in maniera forse troppo assolutistica mi viene da affermare che:
Dove ci sono i musicisti si fa a gara a chi studia più ore.
Dove ci sono i musicisti si litiga per l’artista che fa l’esecuzione migliore.
Dove ci sono i musicisti non esistono le domeniche né i giorni festivi, il suonare diventa un piacere-dovere.
Dove ci sono i musicisti è eretico pensare la musica come una materia scolastica, essa è uno stile di vita.
Dove ci sono i musicisti la prima cosa che si fa la mattina è provare lo strumento, anche dopo che sono passati anni da quando è successo la prima volta.
Dove ci sono i musicisti si sente ripetere sempre lo stesso frammento musicale per ore e ore.
Dove ci sono i musicisti è un mondo fantastico fatto di emozioni dove loro stessi, spesso, si perdono.
Dove ci sono i musicisti vedi muovere dita senza strumento e sguardi nel vuoto.
Dove ci sono i musicisti il tempo non ha più tempo, si vive solo per quel brano o esercizio che deve migliorare.
Dove ci sono i musicisti tutto quello che si fa se non è suonare, sembra non avere senso.
Dove ci sono i musicisti noti abiti non sempre curati e capelli spesso mal cresciuti.
Dove ci sono i musicisti si ritiene perder tempo anche per passeggiare o andare a fare shopping, il tempo migliore è quello dedicato allo studio.
Dove ci sono i musicisti si vive sempre insoddisfatti di quello che si suona, le loro creature sono i brani che cercano di interpretare al meglio o scrivono, la compagna prediletta è sempre la musica.
Dove ci sono i musicisti la poesia è un luogo presente, l’umiltà è uno stile di vita, la speranza è sempre vicina, la politica non è contemplata.
Dove ci sono i musicisti la sensibilità è un dramma comune.
Dove ci sono i musicisti è uscire facendo tardi la sera dopo una giornata di studio.
Dove ci sono i musicisti il tempo e lo spazio sono relativi alle emozioni e tutto il resto è un’invenzione del mondo.
Dove ci sono i musicisti la musica è una favola vissuta per una vita intera.
Si attendono vostre esperienze e considerazioni nello spazio dedicato ai commenti.
Buona vita da musicisti.
Marco Gaudino
Flauto e scienza | Suono Pensando di Marco Gaudino
Flautista e ricercatore napoletano, docente di flauto MIUR.
Accanto alla carriera concertistica e didattica, ha intrapreso studi sul comportamento e il ruolo delle corde vocali nelle tecniche flautistiche e degli strumenti a fiato, supportato da diversi foniatri italiani. Può essere considerato tra i primi ricercatori musicali in Italia.
Autore di saggi e trattati sull’argomento: “Nuova ipotesi sulla produzione del suono nel flauto traverso” pubblicato nel 1991 da Flavio Pagano e nel 2019 da Lulu, “Suono Pensando” ed. Lulu. Tiene seminari in vari conservatori e facoltà di musica in Italia e all’estero. È autore di un software per l’insegnamento del flauto e di un dispositivo che ottimizza la qualità del suono del flauto.
Docente di flauto presso il Liceo Musicale F. Severi di Castellammare di Stabia (NA), è alla ricerca di un’istituzione AFAM italiana che possa ospitare la sua ricerca nei nuovi dottorati italiani, al fine di darle un significato istituzionale e pienamente scientifico.

